From the beginning, and we are talking about recent history, the production of Norwegian salmon has been immediately marked by respect for the sustainability of the environment, reaching the point of producing, to date, more than half of the salmon farming in the world.
In fact, we don’t have to go back too far in time, because the first floating net thrown into the Atlantic, as a basis for modern aquaculture, happened in 1970 at the hands of the Grŏntvedt brothers and it is thanks to them that today we are allowed to give ourselves all those tasty dishes, raw, smoked or cooked that result in 14 million meals based on salmon consumed daily all over the world! Initially the numbers were not these, so in 2005 the Norwegian Parliament approved the law regulating the most modern aquaculture combining the preservation of sustainable development supporting the profitability of farms, a perfect balance where neither nature nor man must give in to compromises. Very strict guidelines have been adopted to protect the ecosystem and the natural growth of salmon without the use of antibiotics, and this has also been the reason for the WHO approval. You can immediately realize who follows these rules thanks to the ASC (Aquaculture Stewardship Council) certification which assesses whether all the requirements have been met, among which are the potential impacts of aquaculture, including water quality, responsible feed supply, disease prevention, animal welfare, equal treatment and pay for workers and hundreds of other factors.
Think that every salmon, being a carnivorous animal, feeds with about 3 kg of fish per kilo of its weight, this huge amount of nutritional requirements has given rise to the need not to compromise other marine ecosystems, So the idea was born of using feed, strictly without additives, products from parts of fish that we do not consume, which are then used to create more and more a circular economy without waste.
The results, data from years of research, confirm that Norwegian aquaculture is one of the most sustainable food productions, so much so that eating more fish and shellfish is an excellent way to reduce the CO2 emissions that we emit.
But we must make an important note, unfortunately this line of sustainability, does not happen in all types of aquaculture around the world, so it is very important to pay attention to those who are in possession of the ASC certification, selecting and relying on those who look to sustainability as an important resource to be able to continue to bring to our tables this excellent fish with multiple nutritional properties, rich in proteins, vitamins and minerals that position it in the first fundamental group of foods.
S come Sostenibilità
Fin dal principio, e parliamo di storia recente, la produzione del Salmone norvegese è stata da subito improntata in funzione del rispetto e della sostenibilità dell'ambiente, arrivando a produrre, ad oggi, oltre la metà dell'allevamento di salmone nel mondo.
Infatti non dobbiamo tornare troppo indietro nel tempo, in quanto la prima rete galleggiante gettata nell'Atlantico, come base all'acquacoltura moderna, è avvenuta nel 1970 per mano dei fratelli Grøntvedt ed è proprio grazie a loro se oggi abbiamo il permesso di concederci tutti quei gustosi manicaretti, crudi, affumicati o cotti che si traducono in 14 milioni di pasti a base di salmone consumati giornalmente in tutto il mondo! Inizialmente i numeri non erano questi, pertanto nel 2005 il parlamento norvegese ha approvato la legge che regolamenta la più moderna acquacoltura coniugando la salvaguardia dello sviluppo sostenibile supportando la redditività degli allevamenti, un equilibrio perfetto dove ne la natura ne l'uomo deve cedere a compromessi. Sono state varate delle linee guida molto severe per tutelare l'ecosistema e la naturale crescita del salmone senza l'utilizzo di antibiotici, questo è stato di fatto anche motivo di approvazione da parte dell'OMS.
Possiamo subito renderci conto di chi segue queste regole grazie alla certificazione ASC (Aquaculture Stewardship Council) che valuta se tutti i requisiti siano stati osservati, fra questi vengono esaminati i potenziali impatti dell'acquacoltura, tra cui la qualità dell'acqua, l'approvvigionamento responsabile di mangimi, la prevenzione delle malattie, il benessere degli animali, il trattamento equo e la retribuzione dei lavoratori e centinaia di altri fattori.
Pensate che ogni salmone, trattandosi di un animale carnivoro, si nutre all'incirca di 3 kg di pesce per ogni kilo del proprio peso, questa enorme quantità di fabbisogno nutrizionale aveva fatto nascere l'esigenza di non compromettere altri ecosistemi marini, quindi è nata l'idea di utilizzare mangimi, rigorosamente senza additivi, prodotti da parti di pesci che noi non consumiamo, che vengono così utilizzati per creare sempre più un'economia circolare senza sprechi.
I risultati, dati da anni di ricerca, confermano che l'acquacoltura norvegese è fra le produzioni alimentari più sostenibili, tanto che mangiare più pesce e crostacei è un ottimo modo per ridurre le emissioni di CO2 che emettiamo.
Dobbiamo però fare un importante appunto, purtroppo questa linea di sostenibilità, non avviene in tutti i tipi di acquacoltura sparsa nel mondo, quindi è molto importante prestare attenzione a chi è in possesso della certificazione ASC, selezionando e affidandosi così a chi guarda alla sostenibilità come un'importante risorsa per poter continuare a portare sulle nostre tavole quest'ottimo pesce dalle molteplici proprietà nutrizionali, ricco di proteine, vitamine e minerali che lo posizionano al primo gruppo fondamentale degli alimenti.
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